INTERVISTA A MAURIZIO VAGO, MARTINITT
Nome e cognome? Mi chiamo Vago Maurizio.
Data e luogo di nascita? Sono nato nel 1952 a Milano.
Quando e perché è entrato nei Martinitt? Sono entrato in Istituto dopo la morte di mio padre nel 1962.
Come è stato il primo impatto quando è entrato in collegio? I primi tempi ho avuto un po’ nostalgia di quella che era stata la mia vita al di fuori di quell’ambiente, ho sentito la mancanza dei miei parenti e dei miei amici; ben presto però, anche grazie alla mia personalità molto socievole, sono riuscito a farmi molti nuovi amici e ad inserirmi senza problemi.
È ancora in contatto con dei compagni di collegio? Certamente! Siamo rimasti tutti abbastanza affiatati e ci troviamo spesso.
A che età e che classe frequentava quando è entrato in collegio? Ho iniziato il collegio in quarta elementare e ho ripetuto la 5^ elementare per motivi di salute. Per curarmi, mi avevano mandato per un po’ di tempo al mare nella stagione invernale e lì non riuscivo a studiare tanto bene. Dopo circa un mese da quando ero rientrato in collegio, mi è venuto il morbillo, che mi ha allontanato ulteriormente dallo studio.
Fino a che età è rimasto nei Martinitt? Fino a quando non ho terminato i tre anni delle medie inferiori. Da quel momento ho proseguito il mio percorso lavorativo per conto mio, senza raccomandazioni da parte del collegio.
Quali sono stati i suoi primi lavori? I primi anni ho lavorato come garzone apprendista alla “Everest”, un’azienda di ascensori e montacarichi. Ero riuscito ad ottenere questo posto grazie ad un mio ex compagno dei Martinitt. In quel periodo, di giorno andavo a lavoro e di sera frequentavo la scuola serale per conseguire il diploma in grafica e pubblicità. Da li, dopo circa sei mesi ho trovato un altro lavoro, sempre nel campo degli ascensori.
Perché ha deciso di intraprendere l’attività lavorativa così giovane? Ho iniziato a lavorare a 17 anni perché volevo aiutare la mia famiglia e anche perché la vita collegiale, a lungo andare, iniziava ad essere davvero monotona. Gli ultimi anni il mio pensiero fisso era quello di uscire e cambiare vita. Mi sono detto: voglio dare un contributo a me stesso e a mia mamma che mi ha sempre sostenuto pagandomi la retta per l’orfanotrofio. Ho deciso, in pratica, di restituirle tutti i soldi che aveva investito per assicurarmi un futuro dignitoso.
Perché aveva deciso di cambiare azienda? Perché in quest’altra, mi avevano dato la grande possibilità di seguire un corso di elettro-meccanica di 200 ore per imparare un lavoro un po’ più qualificato. Preso il diploma però non mi andava più di sporcarmi le mani.
Che strada ha intrapreso quindi? Tramite altri amici, sono entrato in contatto con una ditta farmaceutica che aveva bisogno di inserire dei nuovi impiegati che sapessero usare la macchina da scrivere. Poiché io non la sapevo ancora usare, chiesi a mia cugina dattilografa di insegnarmi, e così fece. In questa ditta ero un collaboratore interno ed avevo il compito di spedire sia campioni per medici che riviste mediche. Dopo qualche tempo, avendo fatto studi nel campo pubblicitario, sono entrato a far parte dell’ufficio pubblicità.
Questo è stato l’ultimo lavoro che ha svolto prima di entrare in pensione? No. In seguito, ho infatti aperto la mia attività, che ho portato avanti per 10 anni, e poi sono tornato a lavorare per l’azienda “euro stand” in cui sono stato per altri 13 anni prima di entrare definitivamente in pensione nel 2011.
Durante il suo percorso lavorativo, ha mai riscontrato problemi con colleghi? Se sì per quale motivo? In realtà no. Mi sono sempre andato d’accordo con i colleghi, poiché in generale sono una persona molto socievole e alla mano.
Com’è la sua attitudine al lavoro? Sono sempre stato disponibile a svolgere qualsiasi mansione, sin da quando ero un ragazzo.
Cosa è cambiato in ambito lavorativo nel corso degli anni? A parer mio, chi ha trovato un lavoro adesso, deve tenerselo ben stretto perché è molto difficile cambiare.
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