La collocazione lavorativa delle Stelline fu per lungo tempo relegata a mansioni casalinghe e prettamente femminili. Lavori “donneschi” venivano definiti.
Le orfane imparavano la corretta tenuta di una casa e tutti i lavori di cucito, ricamo e maglieria, per riuscire successivamente a ricoprire il ruolo di moglie o avere lo sbocco lavorativo di cameriera. All’inizio del Novecento si aprì per loro la possibilità di frequentare, come già avveniva da molto tempo per i Martinitt, laboratori esterni, nei quali potevano apprendere attività artigianali, sempre comunque legate al mondo produttivo dei tessuti e del confezionamento di abiti.
In alcuni elenchi del 1906, sono riportati i nomi delle allieve “a bottega”, con la specifica delle singole ditte, molte delle quali scomparse da tempo, e l’indicazione delle incombenze svolte.
Archivio storico dell'orfanotrofio femminile, Officine.
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